13 dicembre 2009

ORDINE DEL GIORNO URGENTE

Premesso che:
La Costituzione all'Art 39 comma 3 recita: I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria, per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
Tale principio democratico è stato leso nel momento in cui i rappresentanti del 30 % dei lavoratori metalmeccanici hanno stipulato un accordo separato grazie all’avvallo del governo. Cosi’ facendo e’stato disdettato unilateralmente un contratto sottoscritto anche dalla Fiom/Cgil insieme al voto referendario dei lavoratori . Ciò rappresenta un atto grave senza precedenti nella storia sindacale del nostro paese.
considerato che:
stiamo attraversando una gravissima crisi economica e sociale che produce salari sempre piu’ da fame,con questa manovra il governo intende peggiorare anche - per contratto! - le condizioni salariali e di vita dei lavoratori italiani,
La nostra Provincia è colpita duramente dagli effetti della crisi economica, e
Separare il fronte dei lavoratori è il modo migliore per attaccare i diritti di tutti.

Si chiede al sindaco , alla giunta, come a tutto il consiglio:

Di esprimersi sul diritto dei lavoratori, a pronunciarsi con referendum, previsti dal contratto nazionale, su tutto quello che riguarda i loro rapporti di lavoro

Ad attivarsi affinché si avvii un confronto urgente in commissione consiliare, o in consiglio con tutte le organizzazioni sindacali, per conoscere le ragioni dell'accordo separato, riaffermare i principi democratici e cercare di ricomporre la frattura tra i lavoratori generata da un accordo illegittimo tra federmeccanica Fim –Uilm e governo



CapogruppoPRC-PDCi 14/11/2009 zamboni ivo BIBBIANO

ORDINE DEL GIORNO: “RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA”


PREMESSO che:

- l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita. Pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della Costituzione; a partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è affermata a livello mondiale;

- peraltro, il “bene acqua”, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti nel presente e disponibile per le future generazioni;

- la risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazione più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”;

- inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno - priorità 2003-2006 - già affermava, al paragrafo 5, "essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno";

CONSIDERATO

- che per sostanziare il principio del diritto dell’acqua come universale e inalienabile, nonché per riorientare il sistema di tariffazione agevolata per le fasce sociali meno abbienti verso un sistema che assicuri maggiore responsabilizzazione degli utenti e politiche di risparmio idrico, appare opportuno introdurre all’interno dell’ordinamento la definizione del servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica.

RITENENDO

- necessario garantire, oltre alla buona qualità dell’acqua anche un’adeguata quantità e continuità del servizio, un’alta efficienza degli acquedotti e delle infrastrutture tali da ridurre al minimo la dispersione;

- opportuna la definizione di chiari indirizzi pubblici e politiche pubbliche concrete, realistiche e rigorose perché l’acqua non è una merce ma una risorsa da tutelare, prelevare e utilizzare con grande responsabilità e coerenza;

- fondamentale il controllo dei pozzi ed la tutela dell’ambiente attraverso la depurazione e il riuso delle acque e la conservazione del minimo flusso vitale per i corsi.

CONSIDERANDO

- che la gestione del Servizio Idrico Integrato della nostra realtà è assai distante da quelle gestioni pubbliche o private non adeguatamente controllate, caratterizzate da una presenza asfissiante dei partiti e da manifestati pesanti fenomeni clientelari e di lottizzazione che hanno indebolito la professionalità degli operatori, con conseguente peggioramento della qualità dei servizi ed aumento dei costi per il cittadino.


VISTO

- l’articolo 23-bis del D.L. 25/06/2008 n. 112 convertito nella legge 6 agosto 2008 n. 133 - che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, facendo largo forzatamente all’ingresso di privati.

CONSIDERATE

- le successive modifiche ed integrazioni apposte al suddetto art. 23bis dall’art. 15 del D.L. n. 135/2009, approvato in via definitiva dalla Camera il 19 novembre 2009, che muove passi ancor più decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali.


IL CONSIGLIO COMUNALE DI BIBBIANO

SI IMPEGNA:
- a “costituzionalizzare” il diritto all'acqua riconoscendo nel proprio Statuto Comunale il “Diritto Umano all'acqua”, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico.

APPROVA I SEGUENTI PRINCIPI:

- l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;
- la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana e si estrinsecano nell’impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero;
- la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
- il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi;
- il servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica, e come tale non soggetto alla disciplina della concorrenza, ma rientrante nella competenza esclusiva della Regione (art. 117 Cost.) che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale.

IMPEGNA

il Sindaco e la Giunta:
• a riaffermare, attraverso ogni proposta gestionale e di principio all’interno dell’ATO, la titolarità dei Comuni ad esercitare il potere di indirizzo, di controllo e di determinazione del piano tariffario, in coerenza con il riconoscimento del principio dell’acqua come diritto umano essenziale.

• ad intervenire presso la Regione Emilia Romagna affinché la stessa avvii ricorso presso la Corte Costituzionale (vedi Regione Puglia) su quanto previsto dall’art. 15 del D.L. n. 135 del 2009, già approvato in via definitiva dalla Camera il 19 novembre 2009;

• a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di attraverso le seguenti azioni: informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali, contrasto al crescente uso delle acque minerali e promozione dell'uso dell'acqua dell'acquedotto per usi idropotabili - a cominciare dalla Sala del Consiglio Comunale, dagli uffici, dalle strutture comunali e dalle mense scolastiche- anche attraverso la costruzione di distributori/dispensatori pubblici accessibili a tutti i cittadini.



CAPO GRUPPO DEL
P.R.C.-P.D.C.I
ZAMBONI IVO 11/11/2009

10 dicembre 2009

RIFONDAZIONE COMUNISTA AL FIANCO DEI LAVORATORI


Domani saremo di nuovo in piazza, come Rifondazione comunista, al fianco dei lavoratori della Cgil Scuola, Università e Conoscenza e dei lavoratori del Pubblico Impiego, e prenderemo parte al corteo un'ampia delegazione del mio partito, contro un governo che di fronte alla crisi continua a sperperare milioni di euro per “grandi opere” inutili e dannose, finanziare spese militari, dare soldi alle banche, a chi ha speculato fino a ieri con i soldi dei risparmiatori, senza preoccuparsi di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. Saremo in piazza per impedire questo scempio, per conquistare una scuola e un’università migliori, qualificate, di tutte/i e per tutte/i, pubbliche, laiche, democratiche e pluraliste. Saremo in piazza per il nostro futuro, per difendere ed estendere i diritti sociali.

3 dicembre 2009

OPPOSIZIONE SOCIALE



PAOLO FERRERO RISPONDE
di Paolo Ferrero » 02/12/2009, 23:34
Quella di sabato 5 dicembre sarà certamente una giornata importante. . Probabilmente più di quanto non si sperasse nel momento in cui è stata lanciata l'idea di un “no Berlusconi day”. Accade spesso, alle buone idee, di cogliere il girare del vento prima ancora che inizi a soffiare.Cade infatti nel momento di massima difficoltà della maggioranza di destra, anche se inviterei tutti a non immaginarla come la “spallata finale” al berlusconismo. Non lasceranno le stanze del potere solo perché una grandissima manifestazione glielo chiede; saranno necessarie altre iniziative. E' una lotta che parte oggi, ma non si conclude in un giorno. E' bene saperlo e pensare a come andare ancora più avanti. Deve essere l'inizio di un percorso vincente.E' vero. E' una scadenza che ha avuto come punto di partenza un soprassalto di indignazione morale all'indomani della bocciatura del “lodo Alfano”. Ma è un appuntamento che si è andato riempendo di contenuti con il passare dei giorni. Alla “questione morale” si è intrecciata ormai senza soluzione di continuità la “questione sociale”. Il 5 dicembre porta con sé temi importanti: dell'acqua pubblica, del no al nucleare, dal fatto che la parola sul palco sia lasciata a costituzionalisti, precari, studenti, immigrati, ricercatori e lavoratori, fino all'adesione della Fiom. Inutile negare l’evidenza: il 5 dicembre è diventata la vera manifestazione dell'opposizione sociale. Quella che nessuno degli attuali partiti, da soli o in comitiva, sarebbero riusciti a organizzare.Il fatto che sia stata “autoconvocata” da una parte rilevante e dinamica della società civile è un bene e non mi sembra un fatto episodico. Dalle giornate di Genova 2001 in poi, tutte le cose buone sono nate da un “dialogo alla pari” tra elementi politici e aggregazioni sociali spontanee.Perché la politica da tempo non ha più il monopolio della costruzione sociale. E oggi deve sforzarsi di entrare in relazione con il fermento in atto: semmai, il problema è che la nostra soggettività è stata in ritardo. Ma la soggettività è sempre in ritardo. Perché essa ha senso solo e soltanto se è in movimento, se è capace di essere in relazione con ciò che si muove nella direzione giusta.Possiamo dire di essere stati i primi ad aderire a questa manifestazione. Ora stanno arrivando praticamente tutti. Significa che l'opposizione sul piano sociale si è rimessa in moto, che riesce a dettare l'agenda, scavalcando un'opposizione politica moderata e senza progetto. Dentro movimenti come questo si gioca la nostra capacità di risalire la corrente, rendere concreta la necessità di superare “lo stato di cose esistente”, intravedere le possibilità di una società diversa in sintonia con i soggetti sociali che più ne hanno bisogno. Non si inventano nuovi mondi a tavolino e non si va in nessuna direzione semplicemente seguendo la corrente. Pensiero critico e pratica sociale vanno insieme, si nutrono a vicenda.Dentro questa giornata abbiamo scelto di far nascere anche la Federazione della sinistra. La dico esattamente come la penso: sono per fare la Federazione della sinistra e per mantenere il partito. Il nostro progetto strategico è la “rifondazione comunista”, ma questo è un processo che assume vitalità ed efficacia attraverso la costruzione di un quadro più ampio. La Federazione, insomma, non è una “diminuzione” del Prc, ma la moltiplicazione delle sue potenzialità. E' un altro modo di stare insieme, a partire dalle regole di base: non prenderemo decisioni a maggioranza semplice ­ come avviene all'interno dei vari partiti ­ ma con i due terzi, come nei Social Forum. Nella Federazione, quindi, mettiamo al centro il principio della ricerca del consenso. Una novità di metodo e di sostanza, per invertire definitivamente la passione triste per le scissioni, che ci portiamo dietro da 15 anni. Creiamo uno spazio pubblico, non un nuovo partito.La Federazione, perciò, è aperta a tutti, se si condividono i nodi di fondo: l'anti-capitalismo sul piano generale, l'anti-bipolarismo su quello del sistema politico, una forte e consapevole alternativa sociale, prima ancora che politica e culturale al centro-sinistra italiano ed europeo: quel progetto debole ha indebolito prima le contraddizioni di classe, poi il rapporto capitale- lavoro, infine la stessa democrazia occidentale.Una cosa però deve esser chiara. Creiamo uno spazio per fare di più e meglio. Sta a tutti noi, ma davvero a tutti noi fare del 5 dicembre 2009 una data da ricordare. Il primo giorno di un futuro migliore.
Paolo Ferrero

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Iscritto il: 10/11/2009, 16:50
Rifondazione Comunista Bibbiano